Valorizzare il suolo delle aree a verde urbane con l’approccio del Carbon Farming, diffondere le buone pratiche della raccolta differenziata del rifiuto organico attraverso una comunicazione a 360 gradi, proseguire sulla strada della collaborazione tra amministrazioni locali, cittadini, esperti ambientali, paesaggisti, architetti del verde, agronomi, giardinieri e gestori di impianti in un’ottica di economia circolare. Sono queste le parole chiave al centro dell’evento “Dalla terra alla Terra”, organizzato dal CIC – Consorzio Italiano Compostatori in collaborazione con Re Soil Foundation e Cluster Spring presso il Palazzo Giureconsulti a Milano, in occasione del World Soil Day istituito dalla FAO.
Giunto alla sua ottava edizione, il convegno si conferma come un momento fondamentale per fare il punto sull’andamento del settore ma anche sulle iniziative sostenute dal Consorzio, con un focus sul tema dell’edizione globale del World Soil Day 2024 “Prendiamoci cura del suolo: misurare, monitorare, gestire“, che sottolinea l’importanza e la necessità di acquisire dati e informazioni accurate sul suolo per comprenderne le caratteristiche e supportare un processo decisionale che si basi sulla sostenibilità del suolo.
Ad aprire i lavori la presidente del CIC, Lella Miccolis, che ha anticipato i temi del convegno e spiegato la scelta di organizzare l’evento a Milano: “L’occasione è il decennale dell’estensione della raccolta differenziata dell’umido su tutta la popolazione cittadina, per ricordare il ruolo che questa città ha avuto nell’anticipare i tempi e guardare a un futuro più circolare e sostenibile”. Miccolis ha inoltre sottolineato “l’urgenza di mettere il suolo al centro delle politiche ambientali e agroalimentari. È essenziale da una parte monitorare l’attività dei politici per accelerare l’adozione di normative decisive a livello nazionale ed europeo, dall’altra comunicare in maniera sempre più concreta a tutti i livelli, così da coinvolgere non solo gli addetti al settore ma anche tutti i cittadini. Inoltre, bisogna creare reti e alleanze tra i vari stakeholder: se agiamo in modo disorganizzato, il rischio è quello di perdere tempo prezioso”.
Tra i relatori del convegno, Panos Panagos (Senior scientist Joint Research Centre, European Commission) ha fatto il punto sullo stato dei suoli in Europa, sottolineando come il problema sia estremamente urgente: il 60% dei suoli in EU presenta almeno un tipo di degradazione, come erosione, perdita di carbonio organico, contaminazione, perdita di biodiversità. Il costo totale della degradazione dei suoli è stato stimato in circa 50 miliardi di euro all’anno.
Francesca Assennato (Responsabile Suolo ISPRA) ha dunque insistito sull’importanza delle norme in itinere a livello nazionale e internazionale per il monitoraggio, la misurazione e la gestione del suolo, ribadendo l’urgenza della Direttiva europea “Soil Monitoring Law”.
Successivamente, Margherita Caggiano (Direttore Re Soil) e Mario Bonaccorso (Direttore del Cluster Italiano della Bioeconomia Circolare Spring) hanno discusso delle iniziative della Re Soil Foundation e del Cluster Spring.
Mario Bonaccorso – Direttore del Cluster italiano della Bioeconomia Circolare Spring ha sottolineato: “Senza suolo non c’è agricoltura e senza agricoltura non c’è bioeconomia. La giornata mondiale del suolo è un’occasione importante per richiamare l’attenzione di tutti – media, legislatore e opinione pubblica – sulla necessità di risolvere le diverse problematiche legate alla perdita di fertilità, al consumo sempre crescente e al dissesto idrogeologico. Ma le azioni devono essere concrete e quotidiane, a partire dal pieno riconoscimento, a livello legislativo, del grande potenziale rigenerativo della bioeconomia circolare, anche grazie all’impiego del rifiuto organico e alla sua valorizzazione come biofertilizzante. Il Cluster Spring considera assolutamente urgente una legge a tutela del suolo, visto che ancora ci troviamo di fronte a un’assenza di regolamentazione efficace che rischia di portarci oltre un punto di non ritorno, con conseguenze disastrose per l’ambiente e per le generazioni future”.
Margherita Caggiano, Direttore Re Soil, è intervenuta dichiarando che “Una strategia efficace per la tutela del suolo non può prescindere da dinamiche di carattere culturale e sociale. Occorre quindi promuovere opportunità di alfabetizzazione e coinvolgimento che siano in grado di raggiungere un pubblico ampio ed eterogeneo, a partire dalla società civile, dalle scuole e dalle comunità locali, utilizzando tecniche di integrazione innovative, come ad esempio la Citizen Science. L’incremento di alfabetizzazione sul suolo è uno degli otto pilastri della Mission europea ‘A Soil Deal for Europe’ che sta investendo risorse significative su questo tipo di attività, di cui il progetto Prepsoil è un esempio. Un altro tassello fondamentale per la rigenerazione del suolo è il coinvolgimento degli agricoltori. L’integrazione tra il mondo agricolo, la ricerca scientifica, i decisori e la società civile è alla base dei Living Labs e delle Lighthouse farms che la Mission Ue ha individuato come strumenti chiave per guidare la transizione verso suoli sani”.
Un focus è stato inoltre dedicato alla Lombardia e in particolare alla città di Milano, con Giorgio Maione (Assessore Ambiente e Clima della Regione Lombardia) che ha sottolineato come nella regione sono presenti 74 km² di suoli da rigenerare, principalmente costituiti da aree dismesse: territori che è un dovere preservare ma soprattutto recuperare (e il recupero valorizzato richiederebbe sostanza organica), per destinarli a usi produttivi in ottica sostenibile. È dunque necessario un cambiamento in ottica di rigenerazione, che passi anche attraverso gli investimenti in bonifiche, tra le priorità per l’amministrazione. Maione ha inoltre fatto il punto sui dati della raccolta differenziata in Lombardia che raggiunge il 73,8% nel 2023 (+0,6% rispetto al 2022), con solo lo 0,038% dei rifiuti solidi urbani che finisce in discarica: secondo l’assessore, l’obiettivo di “discarica zero” è ormai concreto e contribuisce a ridurre il consumo di territorio, integrandosi con le strategie di rigenerazione.
Cristina Fusco di AMSA Milano ha poi ripercorso il lavoro fatto in questi anni per mettere a regime l’intercettazione della frazione dell’umido con sistema domestico su tutto il territorio di Milano. Questo ha portato ad una crescita significativa, in generale, della raccolta differenziata della città di ben 20 punti percentuali, sebbene sia ora necessario lavorare sulla qualità delle singole filiere, a partire proprio da quella dell’umido. In ogni caso, Milano può vantare un importante primato nella gestione dei rifiuti, collocandosi tra le metropoli europee sopra il milione di abitanti più virtuose nell’economia circolare.
Alberto Confalonieri (Coordinatore del Centro Studi CIC) ha approfondito le iniziative del CIC e presentato il tool CO2mpost, dedicato a monitorare e gestire l’impronta di carbonio degli impianti di riciclo dei rifiuti organici. Francesca Oggionni (Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Milano) è intervenuta sul tema della cura degli spazi verdi urbani, sottolineando il ruolo delle aree a verde pubblico e privato per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, gli importanti servizi ecosistemici che offrono, a partire dall’intercettazione delle acque meteoriche, tanto che si stima una perdita di oltre 8 miliardi in servizi ecosistemici a causa di una cattiva gestione di questo aspetto. Se Milano fosse priva di superfici permeabili, i costi per gestire gli eventi climatici estremi sarebbero insostenibili: per questo, è più che mai urgente depavimentare, ridurre il consumo di suolo e incrementare la fertilità organica.
Il convegno ha visto la partecipazione anche di Mattia Battagion (Head of Sustainability di Chora & Will Media) che ha presentato il podcast realizzato in collaborazione con il CIC, mentre Massimo Centemero (Direttore del CIC) ha portato all’attenzione la necessità di introdurre nelle città italiane il cosiddetto “Urban Carbon Farming”. Un concetto che estende i principi del Carbon Farming ai contesti urbani e al verde urbano, adottando pratiche che contribuiscono alla decarbonizzazione, oltre alla mitigazione del cambiamento climatico anche mediante l’utilizzo di compost prodotto proprio a partire dai rifiuti organici provenienti dalle città.
Ospite della giornata la content creator e divulgatrice Silvia Moroni, che ha chiuso l’evento con una riflessione dedicata proprio all’importanza della divulgazione e dell’educazione ambientale e alla necessità di fare ciascuno la propria parte a partire dalla raccolta differenziata.
Urban Carbon Farming: la proposta del CIC per valorizzare il suolo urbano con il compost
Il Carbon Farming prevede una serie di tecniche agricole e selvicolturali finalizzate a massimizzare l’assorbimento di CO2 dall’atmosfera e immagazzinarla nel suolo e nelle piante. Il “sequestro di carbonio” è reso ancora più efficace laddove combinato a pratiche di agricoltura rigenerativa e biologica, riducendo quindi l’utilizzo di pesticidi e altri prodotti chimici. In tal modo, non solo si ottengono risultati in termini di sequestro di carbonio, ma anche benefici legati all’incremento della biodiversità e alla conservazione degli ecosistemi.
L’Urban Carbon Farming proposto dal CIC rappresenta un approccio innovativo per trasferire i principi del carbon farming ai contesti urbani, valorizzando il verde cittadino — parchi, giardini e altri spazi pubblici — come strumento efficace per la cattura e la conservazione del carbonio. Una pratica che non solo migliora la qualità del suolo urbano ma integra anche l’idea di economia circolare. “I suoli urbani possono rappresentare una risorsa strategica per la mitigazione dei cambiamenti climatici e il miglioramento della sostenibilità ambientale nelle città”, ha dichiarato Massimo Centemero, direttore del CIC. “Il suolo è una risorsa non rinnovabile e si dimentica il ruolo che ricopre come carbon sink: per questo è urgente introdurre pratiche rigenerative atte ad arrestare la desertificazione e la perdita di fertilità. In questo quadro, il settore del biowaste gioca un ruolo fondamentale, proprio seguendo il principio ‘Dalla terra alla Terra’ promosso dal CIC, ovvero riportare al suolo ciò che dal suolo proviene, facendo del bene al nostro Pianeta”.
Il processo per rivitalizzare il suolo non può prescindere dal reintegro di sostanza organica, che si attua anche attraverso l’utilizzo del compost, fertilizzante naturale che si ottiene attraverso la trasformazione dei rifiuti organici e che torna alla terra restituendole, oltre che la sostanza organica, elementi nutritivi. I rifiuti organici, provenienti dalle cucine e dai giardini, si trasformano così da problema a risorsa vitale per il mantenimento della salute dei suoli urbani. Ogni anno in Italia si producono circa 1,9 milioni di tonnellate di compost di alta qualità dai rifiuti organici: di conseguenza, sono circa 410.000 le tonnellate di carbonio organico che possono essere riportate al suolo grazie al compost1. “L’adozione dell’Urban Carbon Farming contribuirebbe a migliorare la qualità del suolo urbano a 360 gradi, rendendolo più permeabile e ricco di nutrienti e pronto, quindi, a reagire agli effetti del cambiamento del clima”, aggiunge Centemero.
D’altra parte, la creazione di un compost di qualità che supporti efficacemente l’Urban Carbon Farming richiede un miglioramento continuo nella raccolta differenziata dei rifiuti organici in tutti i comuni italiani: un ciclo virtuoso che riduce l’impatto ambientale delle città e, parallelamente, trasforma gli spazi urbani in risorse per la lotta al cambiamento climatico.
“L’applicazione di questi principi richiede la collaborazione tra urbanisti, amministrazioni locali, esperti ambientali, cittadini, paesaggisti, architetti del verde, agronomi e giardinieri per garantire un’integrazione efficace nelle strategie di pianificazione urbana”, ha aggiunto Lella Miccolis, presidente del CIC. “Come CIC siamo pronti a porci al centro di una rete che permetta dunque di unire azioni climatiche globali e locali che abbiano al centro l’ Urban Carbon Farming come una soluzione innovativa e rigenerativa per città più sostenibili. In primis è necessario continuare a lavorare sulla qualità della raccolta differenziata dei rifiuti organici, che va migliorata sia attraverso l’ottimizzazione dei sistemi di raccolta, sia promuovendo una maggiore consapevolezza sul gesto quotidiano che compiamo come cittadini. È un atto che deve essere fatto con senso di responsabilità, perché significa poter trasformare un rifiuto in una risorsa utile a tutti”.
CO2mpost: il tool che calcola come il compost abbatte le emissioni degli impianti
Il convegno è stato occasione per promuovere strumenti come CO2mpost, una piattaforma online sviluppata dal CIC in collaborazione con Studio Fieschi, in grado di calcolare la carbon footprint degli impianti di compostaggio e digestione anaerobica. Si tratta del primo strumento nazionale online che permette di quantificare il bilancio fra le emissioni prodotte dalle attività dell’impianto e quelle evitate grazie all’utilizzo di compost ed energia da biogas in sostituzione ai fertilizzanti e all’energia prodotti da fonti fossili. Il “tool” ha l’obiettivo di evidenziare e dimostrare i benefici che una gestione virtuosa del rifiuto organico determina nella lotta al cambiamento climatico. Il tool CO2mpost mira a dimostrare concretamente i benefici ambientali derivanti da una gestione sostenibile dei rifiuti organici, sottolineando come queste pratiche possano contribuire efficacemente alla lotta contro il cambiamento climatico. Attraverso l’inserimento dei dati specifici relativi alla gestione dell’impianto, il tool offre un resoconto dettagliato in termini di CO2 equivalente, evidenziando i costi e i benefici associati a ciascuna attività. Inoltre, gli utenti hanno la possibilità di simulare gli effetti di eventuali modifiche ai processi, al fine di ottimizzare ulteriormente gli impatti ambientali.
On air l’intera serie del podcast “Dalla terra alla Terra” per celebrare il suolo
Per celebrare la Giornata Mondiale del Suolo, nel corso del convegno è stato lanciato ufficialmente il quinto e ultimo episodio di “Dalla terra alla Terra”, il podcast di Chora Media promosso dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) che accompagna gli ascoltatori alla scoperta del compost, del suo percorso di produzione e dei suoi utilizzi, tra cui la rivitalizzazione del suolo. La serie è condotta da Mattia Battagion, Head of Sustainability di Chora e Will Media, che, episodio dopo episodio insieme a esperti e protagonisti del settore, ha seguito il viaggio dei rifiuti a matrice organica che da “scarto” si trasformano in compost, una risorsa preziosa per il suolo e per l’economia circolare, svelando i segreti di questo processo naturale ed evidenziando il suo ruolo nella costruzione di un futuro sostenibile. La serie punta infatti a sensibilizzare il pubblico sull’importanza di una corretta raccolta differenziata e quindi di un riciclo efficace dei rifiuti organici, fornendo a chi ascolta tutti gli strumenti necessari per rivoluzionare il proprio rapporto con questo tipo di rifiuti.