Il mercato del compost
La produzione nazionale
In un quadro impiantistico di crescente complessità, è opportuno fare periodicamente il punto sulle caratteristiche e le dimensioni del mercato relativo ai diversi output generati dalla trasformazione dei rifiuti organici.
Il CIC se ne fa carico ormai da diversi anni, in collaborazione con le aziende associate, attraverso l’elaborazione di un questionario di indagine sulla consistenza e le caratteristiche del mercato dei prodotti derivanti dal riciclo dei rifiuti a matrice organica, somministrato agli impianti di compostaggio e digestione anaerobica soci CIC.
Tali impianti – che nel 2021 (anno di riferimento dell’indagine) sono 44 totali, di cui 28 provvisti del Marchio Compost di Qualità CIC – sono autorizzati al trattamento di 2.273.808 tonnellate/anno di rifiuti (oltre il 20% dell’autorizzato totale in Italia) e hanno trattato 1.807.348 tonnellate di rifiuti tra umido (56%), verde (31%), fanghi (9%) e altro (4%).
Il rifiuto organico trattato negli impianti CIC è il 75% del totale nazionale.
I prezzi di cessione del compost
La tendenza principale delle aziende è quella di un prevalente ricorso alla cessione diretta all’utilizzatore finale, soprattutto per quanto riguarda l’ACM e l’ACF.
Nel caso specifico dell’ACV, si rileva invece un ricorso parziale (25% dei casi) o totale (17% dei casi) all’intermediazione da parte di soggetti terzi.
L’immissione al consumo degli ammendanti è effettuata principalmente mediante caricamento del prodotto sfuso nei mezzi deputati al trasporto presso i clienti.
Gli ammendanti vengono collocati sul mercato a prezzi differenti in base alla loro tipologia e alle modalità di cessione:
- l’ACM in media ha un prezzo medio di vendita che varia tra i 6 €/ton per il prodotto sfuso e i 150 €/ton per il prodotto confezionato;
- l’ACV ha un prezzo medio che parte dai 17 €/ton per il prodotto sfuso e può arrivare fino a 91 €/ton per quello confezionato;
- l’ACF parte da una prezzo minimo di 7 €/ton per lo sfuso e arriva a 48 €/ton per il prodotto commercializzato in big bag.
I mercati e gli impieghi del compost
Il mercato degli ammendanti è prevalentemente locale o regionale per l’ACF (69%) e l’ACM (71%), con una diffusione nazionale significativa (vicina al 20%) solo per l’ACV.
Diversamente, prodotti come il cippato o la biomassa filtrante sono oggetto di commercializzazione su scala nazionale per oltre il 20% (Cippato) e per l’88% (Biomassa Filtrante).
L’ambito di impiego degli ammendanti immessi in consumo dalle aziende dipende sensibilmente dalla tipologia di prodotto:
- per l’ACF l’agricoltura di pieno campo rappresenta quasi il 95% del mercato;
- per l’ACM la destinazione di pieno campo scende a poco meno del 78% e tale prodotto trova impieghi significativi in terricci (9%) ed altri settori (13%);
- per l’ACV l‘agricoltura è sempre il principale sbocco, ma risulta inferiore ai due precedenti (62%), in quanto la produzione di terricci per il florovivaismo (18%) e la manutenzione del verde (10%) sono due importanti sbocchi di mercato alternativi.
Per quanto riguarda le colture di destino degli ammendanti:
- Cerealicoltura – è il settore principale, che assorbe il 58% dell’ammendante prodotto;
- Frutticoltura – importante soprattutto per l’ACM (21%);
- Orticoltura – è il terzo settore rilevante, nonostante sia molto meno rappresentato (3%).
* PERCENTUALE SUI QUANTITATIVI IMMESSI AL CONSUMO