Legambiente ha avviato un’indagine sulla vendita di stoviglie in plastica etichettate come “riutilizzabili“, sospettando che vengano vendute in modo da aggirare il divieto della Direttiva SUP (sui prodotti monouso in plastica). Questo fenomeno è stato anche denunciato da Assobioplastiche.
Nel report “Usa & getta o riutilizzabile? Facciamo chiarezza!”, Legambiente ha analizzato 317 prodotti di 70 marchi, tra cui piatti, bicchieri, posate, coppette, vaschette e vassoi, venduti in oltre 60 punti vendita. È emerso che il 38% dei prodotti non indica il numero di lavaggi consigliati per il riutilizzo, e solo l’8% fornisce informazioni chiare sull’uso in lavastoviglie o microonde. Inoltre, solo il 30% dei prodotti certificati riguarda la resistenza al lavaggio in lavastoviglie.
Legambiente mette in discussione la vendita di questi prodotti, che rischiano di aumentare la produzione di plastica tradizionale e contraddire gli obiettivi della Direttiva SUP, danneggiando anche l’industria delle bioplastiche in Italia. L’associazione chiede al Governo di definire meglio cosa significa “riutilizzabile” nel decreto legislativo 196/2021 e di stabilire obblighi informativi per i prodotti in plastica riutilizzabili, oltre a un piano di monitoraggio.
Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche, ha sostenuto che l’indagine di Legambiente conferma il rischio che, senza una definizione chiara di “riutilizzabile”, i vecchi prodotti monouso siano presentati come riutilizzabili, danneggiando l’industria delle bioplastiche compostabili. Questo fenomeno ha già causato una flessione del 21% nel mercato dei prodotti monouso compostabili nel 2023.
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Fonte: Polimerica
Per limitare questo fenomeno denunciato da Assobioplastiche e supportato da Legambiente, il Ministero dell’Ambiente ha presentato in data 2 aprile alla Commissione UE una proposta di regola tecnica per definire i requisiti di riutilizzabilità dei prodotti in plastica destinati a entrare in contatto con gli alimenti. La proposta è stata pubblicata nel database TRIS e ora la Commissione e gli Stati membri hanno tre mesi per esaminare il testo e presentare osservazioni, con scadenza il 2 luglio.
L’obiettivo è evitare la vendita di prodotti che, pur etichettati come riutilizzabili, vengono utilizzati come monouso, creando danni all’industria delle bioplastiche compostabili.
La proposta stabilisce criteri specifici per definire la riutilizzabilità, come per i piatti con diametri e pesi minimi, posate con un determinato rapporto peso/lunghezza e altri articoli come cannucce e agitatori. Questi criteri mirano a garantire che solo i prodotti effettivamente riutilizzabili possano essere commercializzati come tali.
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Fonte: Polimerica