Il settore del riciclo organico rappresenta un esempio tangibile di economia circolare e riveste un ruolo cruciale nella transizione ecologica. L’Italia, però, pur essendo un modello di eccellenza in Europa, sta affrontando alcune sfide nel mantenere questo primato.
Secondo i dati ISPRA, sono state raccolte nelle aree urbane 7,5 milioni di tonnellate di rifiuto organico, pari a 127 kg per abitante all’anno. Così facendo, in Italia si è raggiunto un tasso di copertura del 97,5%, ma, purtroppo, la differenza tra il quantitativo raccolto e quello riciclato si attesta all’80%.
Si apre così una nuova fase evolutiva per il settore, in cui è fondamentale mantenere la leadership attraverso l’introduzione di strategie volte a migliorare la qualità della raccolta, attualmente caratterizzata da una crescita del materiale non conforme, con una significativa presenza di plastica tradizionale e sacchetti utilizzati per il conferimento non certificati compostabili. In questo contesto, è essenziale sottolineare anche l’onere economico legato all’allontanamento e trattamento dei materiali non conformi presenti nella frazione umida, che ammonta a circa 240 milioni di euro.
Per risolvere questa problematica non è sufficiente intervenire migliorando la raccolta o implementando la capacità degli impianti, bisogna introdurre il concetto di efficienza del sistema che riguarda:
. La qualità delle matrici in ingresso agli impianti
. La qualità dei processi produttivi
. La qualità dei prodotti finali
Con l’evoluzione della normativa a livello europeo e nazionale, saranno necessari una serie di interventi strutturati che vanno dall’introduzione dell’obbligatorietà del monitoraggio sulla qualità dell’umido, alla creazione di un centro di elaborazione e di analisi dei dati e fino all’implementazione di azioni correttive mirate.
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Fonte: Ricicla News
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